Rosa Venerini nacque a Viterbo, il 9 febbraio 1656, da Goffredo, medico, e da Marzia Zampichetti, di antica famiglia viterbese.
Rosa, dotata di intelligenza e di sensibilità non comuni, aveva, davanti a sé, le scelte di vita possibili a una donna dei suoi tempi: il matrimonio o la clausura. Ella, però, prediligeva scelte ardite, al di fuori dei modelli tradizionali; le urgeva, nella sua interiorità, un altro percorso di vita, che fosse vantaggioso per la società e per la Chiesa, ma che era difficile individuare. Impiegò molto tempo, nella sofferenza e nella ricerca, spinta da istanze interiori profetiche, prima di giungere ad una scelta del tutto innovativa, alimentando la sua pietà energica ed essenziale alla spiritualità austera ed equilibrata di S. Ignazio di Lojola, attraverso la direzione dei Gesuiti.
Rosa, all’età di 24 anni, incominciò ad invitare, nella casa paterna, le fanciulle e le donne del vicinato, per la recita del Rosario, ma questa esperienza la fece incontrare con la povertà spirituale e culturale del popolo. Rosa comprese la necessità di una missione più alta che, via via, individuò nell’urgenza di dedicarsi all’istruzione e alla formazione cristiana delle giovani donne, con una scuola intesa nel senso pieno del termine.
Rosa Venerini, donna decisa e volitiva, lasciò la casa paterna e, il 30 agosto 1685, con l’approvazione del vescovo di Viterbo, card. Urbano Sacchetti, aprì la scuola, in una casa presa in affitto, coadiuvata da due Maestre, Porzia Bacci e Girolama Colluzzelli. Nasceva, a Viterbo, la scuola delle Maestre Pie Venerini, la prima Scuola Pubblica Femminile in Italia. Le origini erano umili ma di portata rivoluzionaria per l’elevazione spirituale e la sana emancipazione della donna.
Dopo l’incoraggiamento della Chiesa, Rosa Venerini, in un’incessante attività, istituì scuole in paesi e città di varie diocesi dell’Italia centrale, dietro continue richieste di cardinali, vescovi e nobili.
Rosa Venerini morì a Roma, nella scuola di San Marco, il 7 maggio 1728, all’età di 72 anni. Fu sepolta, secondo il suo desiderio, nella vicina chiesa del Gesù. Aveva fondato una cinquantina di scuole.
Questo progetto richiedeva una comunità educante e, senza pretese, Rosa, con grande anticipo sulla storia, offrì alla Chiesa lo strumento della Comunità Religiosa Apostolica.
Rosa non esercitò la sua missione educativa solo nella scuola, ma colse ogni occasione per annunciare l’amore di Dio: confortava e curava gli ammalati, rianimava gli sfiduciati, consolava gli afflitti, richiamava i peccatori a vita nuova, esortava alla fedeltà le anime consacrate, soccorreva i poveri, liberava da ogni forma di schiavitù morale.
è diventato il motto che sospinge le Maestre Pie Venerini a continuare l’Opera del Signore voluta dalla loro Fondatrice.
I referenti, di preferenza bambini e giovani, in ambienti popolari.
La crescita globale come persone, attraverso l’istruzione e la formazione.