La comunità educante deve essere disciplinata da amore fraterno, aiuto reciproco e passione per Dio e per il prossimo.
Alle sue Maestre aveva dettato le modalità di intervento educativo: “Useranno tutta la carità e pazienza nell’insegnare a tutte le fanciulle, istruendo ugualmente che le altre, le più povere e le meno civili anzi queste con più amore. “
In tempi moderni un grande educatore aveva scritto lo stesso programma sulle porte della sua scuola: I Care, io mi prendo cura. Don Milani, come Rosa, concepiva la scuola, non come una cattedra di sapere, ma come un abbraccio totale della persona.
Secondo Santa Rosa: “Le Maestre devono ottenere più con la dolcezza che con il rigore, più con l’amore che con il timore. Devono ricordare che l’asprezza irrita i cuori e la dolcezza attira. Quello che viene dal cuore dura di più ed è più vicino alla verità”.
La dolcezza e la pazienza di cui spesso parla Rosa, non è arrendevolezza, ma è una strada che apre i sensi e
arriva con efficacia alle menti, fa scaturire dal cuore sentimenti squisitamente umani ma vicini al cuore di
Dio che in Gesù si definisce il Pastore buono.
La fondatrice Santa Rosa Venerini ha radicato il suo progetto educativo su tre
cardini:
➢ La gloria di Dio
➢ La salvezza dei popoli
➢ L’educazione pia delle fanciulle
“Io certamente non posso dire il gran bene, che è l’educazione pia delle fanciulle ed in conseguenza il molto merito delle Maestre, che con purità di cuore lo esercitano, non volendo ne bramando altro, che la gloria di Dio, e la salute delle anime”
Ci ha lasciato in dono sia un imperativo pastorale che un metodo di liberazione:
“liberare dal male e dall’ignoranza perché diventi visibile il progetto di amore che Dio ha messo in ogni cuore umano”
Questo metodo valido per tutti gli insegnanti di ogni Scuola è diventato lo strumento educativo per arrivare al cuore di ogni creatura.
Per questo la Sua “pedagogia del cuore” è quella di cui dovrebbe servirsi il corpo docente perché:
➢ “Quello che viene dal cuore è più durevole e verace e più vicino al temperamento dei giovani”
➢ “Le maestre devono ottenere più con la dolcezza che con il rigore, più con l’amore che con il timore”
➢ “Useranno tutta la carità e la pazienza nell’educare”
➢ “Le Maestre si prenderanno cura anche dei più poveri e dei più umili, anzi questi li educheranno con più amore perché sono stati salvati con il prezioso sangue di Gesù”
➢ “Non esigano che apprendano tutto d’ un colpo, ma poco alla volta”
➢ “Le maestre useranno modi diversi e opportuni secondo l’indole, l’età e l’intelligenza di ciascuno”.
La pedagogia di Santa Rosa si distingue per:
➢ L’attenzione ad ogni singola persona
➢ La capacità d’accoglienza di tutti, in particolare di chi ha più bisogno di essere amato
➢ L’educazione differenziata dovrebbe avere come obiettivo la rimozione degli ostacoli e lo sviluppo di tutte le potenzialità individuali.
Le nostre Scuole:
➢ Intendono configurarsi come “Comunità Educante” in cui ognuno è impegnato a migliorare se stesso e ad aiutare gli altri nella crescita personale.
➢ Intendono confrontarsi con la società civile e con le varie culture, rispettando il pluralismo e affermando il loro carattere d’istituzione libera, cristianamente ispirata.
➢ Intendono soddisfare il diritto all’educazione cristiana nella consapevolezza che in essa convergono tutti i diritti umani, in particolare il diritto alla vita, ad un’atmosfera d’affetto, alla sicurezza sociale, alla salute, al benessere, alla rimozione degli svantaggi affettivi, culturali, sociali, religiosi, economici
Le linee pedagogiche indicate dalla fondatrice, sulle quali si colloca il Progetto Educativo, sono alla base dell’attività educativo-didattica, finalizzata alla crescita e maturazione di ogni allievo, che viene accolto e seguito come “centro della preoccupazione formativa” della famiglia, della scuola e della società.
La comunità educante, pertanto, si impegna a:
➢ Fondare l’azione educativa sui valori evangelici, sui principi basilari della pedagogia di Rosa, sul percorso formativo esperienziale dell’Istituzione con oltre trecento anni di cammino, sulla sensibilità e professionalità degli insegnanti;
➢ Considerare ogni alunno “soggetto prioritario” del processo formativo, per cui il primo passo
importante nei suoi confronti è proprio quello di aiutarlo ad armonizzare tutti gli agenti che intervengono nel suo processo di maturazione umana, sociale e culturale quali la famiglia, la scuola, l’ambiente di appartenenza, la realtà sociale vicina e lontana. Sarà, perciò, continuamente guidato a sapersi rapportare con la pluralità degli elementi che gli si proporranno come stimoli di supporto e di sviluppo, mediato e coordinato dentro un
processo di unitarietà;
➢ Organizzare verticalmente tutto il curricolo della scuola di base in modo da assicurare ad ogni allievo la continuità nello sviluppo, l’uniformità nelle metodologie, la gradualità nella progettazione degli itinerari formativi.
L’ “educazione” viene esercitata ponendo il soggetto in formazione di fronte a se stesso, agli altri e alla realtà in atteggiamento di ascolto e di ricerca per potersi conoscere e scoprire nella propria unicità, per poter potenziare le
proprie capacità ed imparare ad affrontare e a superare problemi e difficoltà con intelligenza e grandezza d’animo.
Tutto questo perché, per le nostre Scuole, l’alunno ha il diritto:
➢ ad essere educato in quello e per quello che è, in quello e per quello a cui tende, secondo i ritmi del suo sviluppo;
➢ a ricevere una formazione armonica della sua personalità, attraverso un’azione educativa che coniuga comportamenti emotivi, cognitivi e relazionali;
➢ ad essere protagonista della sua crescita;
➢ ad imparare ad apprendere.